Ci riconosciamo in questa “definizione” di Rete di Famiglie accoglienti e solidali:
Si può parlare di Rete quando, oltre a promuovere un servizio di accoglienza e sostegno a bambini e ragazzi la cui famiglia è in difficoltà, ci si propone di creare e mantenere una cultura solidale, attraverso il sostegno di forme aggregative tra coloro che intendono vivere e condividere i valori dell’apertura all’altro, facendo nascere e consolidando «la capacità di elaborare e far circolare nell’ambiente risorse utili alla qualità della vita», concorrendo «al passaggio da politiche di sola tutela e prevenzione ad attività di stimolo e promozione, a cui si conferisce, a buon diritto, il valore di “attività socialmente utili”» (D. Rei, Animazione Sociale, Marzo 1994).
La Rete vuole essere una proposta ai nuclei familiari di un’esperienza associativa, oltre che di servizio, basata sulla condivisione delle scelte di solidarietà: un’organizzazione, quindi, di persone e famiglie capaci di porsi in atteggiamenti di aiuto e di ascolto sia al loro interno che verso l’esterno.
Questo tipo di proposta è mosso dal tentativo di sviluppare competenze nelle comunità locali attraverso la presenza attiva di quelle persone che focalizzano nella loro dimensione familiare il luogo dove è possibile riscoprire il senso dell’accoglienza, nell’ottica del sostegno, dello scambio e della scoperta, rivolgendosi in particolar modo all’ambito del disagio minorile e delle famiglie in difficoltà.
Contribuire allo sviluppo di “un mondo adulto competente”, che si prende cura e genera affetto, significa sollecitare le competenze del territorio, permettendo ai cittadini di raggiungere capacità di attenzione e intervento riguardo alle situazioni di problematicità “incistate” nel tessuto sociale di appartenenza. Significa anche trovare risposte diverse a bisogni a cui, fino ad ora, si è tentato di rispondere spesso in un’ottica assistenziale e di delega.
Il rapporto tra le famiglie e le persone rappresenta l’elemento che contraddistingue l’esperienza di appartenenza alla Rete. Gli elementi che consentono di garantire questa forma aggregativa riguardano la capacità della persona e/o del nucleo familiare di mettersi “in gioco”, l’appartenenza comune ad un territorio unitamente alla volontà di interessarsi, e dove è possibile, dare risposta, agli elementi di problematicità, il desiderio e la decisione di condividere con altri le esperienze di vita, accettando di poterne confrontare anche i fallimenti.
La Rete si offre inoltre come mediatrice tra le esigenze delle famiglie disponibili all’accoglienza, quelle del servizio sociale e quelle del territorio. Questa scelta va nella direzione di sostenere esperienze complesse come quelle dell’affido, senza sostituirsi alla famiglia o al servizio, ma facendosi facilitatrice dell’incontro spesso difficile tra realtà diverse, portatrici di culture e linguaggi diversi. In quest’ottica il rapporto tra i Servizi Sociali e la Rete può diventare occasione per migliorare l’efficacia dell’intervento, stimolo per avviare forme di integrazione e collaborazione, sede di incontro e confronto sulla programmazione e verifica dell’accoglienza in atto. (Da un documento preparatorio del C.N.C.A. al Convegno sulle Reti di Famiglie accoglienti “Ci vuole tutta una città per far crescere un bambino” – Firenze 28 settembre 2002)
Con altre famiglie del territorio abbiamo costruito la Rete delle Famiglie dell’Associazione Mondo Minore, con tante belle espereinze di scambio, formazione, convivenza…