Alla fine di ottobre 2019 ho percorso il Cammino di Oropa, quattro giorni di cammino in Piemonte. Un “pellegrinaggio di ringraziamento” per la pensione e di riflessione per il futuro. Ho tenuto un Taccuino… alcuni pezzi mi sembrano “pubblicabili” perché, forse, utili a qualcun altro oltre che a me che li ho scritti.
30/10/2019 – ore 12,15 – Treno per Santhià
Ogni volta è così. “Partire un po’ morire” è vero: ansia e attesa, timori e speranze, dubbi e aspettative. Non è mai il momento giusto per partire, quindi ogni momento è buono per partire. Questo l’ho imparato, ma ogni volta è così: non vuoi partire perché potrebbe succedere qualcosa quaggiù, che tu non ci sei e avrai i sensi di colpa per tutta la vita, ma partire è un bisogno (per me partire è partire per camminare) a cui si deve dare risposta.
In stazione, a Porto San Giorgio, ho incontrato un amico (già scout) che mi ha salutato con calore e affetto, con solidarietà, partecipando alla mia scelta di partire. Da pendolari ci vedevamo spesso, parlando dei rispettivi lavori; oggi è stata la prima volta da “pensionato in cammino”. La sensazione è stata molto positiva, anche il suo sguardo mi ha confermato che ho fatto bene; mi sento bene.
Succederà quello che deve succedere, ma va bene comunque. L’ultimo cammino che ho fatto da solo, in aprile, intorno al Lago Trasimeno, ho dovuto interromperlo perché sono caduto, ma ho un buon ricordo. L’obiettivo del cammino non è tanto la meta, quanto il camminare. Scrivo banalità e frasi fatte, ma siccome le ho sperimentate “dei piedi” sono vere e non scontate, soprattutto in questo mondo dove conta il risultato, solo, senza riflettere, spesso, su come si raggiunge.
Recentemente ho citato Baden Powell che diceva: “Se un lavoro non costa fatica qualcun altro lo dovrà rifare”. La fatica del cammino è la garanzia del raggiungimento dell’obiettivo, anche se non arrivi alla metà.
Sto passando, col treno, davanti a Loreto. Vado, in pellegrinaggio, al santuario dedicato ad un’altra Madonna Nera. Non conosco Oropa, ma quando ho dovuto trovare un’alternativa al mancato cammino in Calabria, questo particolare mi ha fatto decidere.
Cos’è la devozione se non riconoscenza? Quando ho compiuto 60 anni sono andato, a piedi, da casa mia a Loreto, per riconoscenza di essere arrivato, felice, a 60 anni. Questo è un pellegrinaggio di ringraziamento, per la pensione, non come meta, ma come occasione, anche se per adesso è solo, prevalentemente, incognita. Andare, ancora piedi, verso una Madonna Nera, mi fa essere riconoscente e mi fa ben sperare per il futuro.
Speranza, alla Chiara Scardicchio, come motivazione positiva dell’agire, con un orizzonte che si apre man mano che si “cammina”.
Primi 30 giorni di pensione: strani e confusi, non ci ho capito niente (…).